Apollo e Dafne

2022
Opera unica


Terracotta policroma
Metallo
Resine
Foglia d’oro
33x26x112

Nello spazio immaginario del mito che prende la forma di una lastra metallica triangolare, Carlo Zoli evoca la storia di Dafne, figlia del fiume Peneo e della madre terra Gea, caduta vittima delle scaramucce tra Apollo ed Eros il quale, in risposta alle provocazioni del compare, ha scoccato su di lui una freccia d’oro per farlo innamorare della fanciulla e su di lei una freccia di piombo, con il potere di respingere l’amore. Rincorsa dal dio bramoso, Dafne fugge nel bosco e, grazie all’aiuto dei genitori, si trasforma progressivamente in un albero di alloro, impedendo ad Apollo di raggiungerla per sempre. L’artista ha plasmato la ninfa nella sua piena e integra bellezza, nonostante i suoi arti siano già diventati rami attorcigliati (con simboliche foglie di lauro incastonate nella base ai suoi piedi), mentre Apollo, con le gambe tronche e il volto e il corpo che ricordano la figura dell’avvoltoio, è sopra di lei ma non riesce a prenderla, benché provi ad allungare le braccia. Un chiaro omaggio al coraggio e alla integrità dell’eroina per come ha combattuto e si è autodifesa dalla violenza innescata dai ‘bulli’ dell’Olimpo. La distanza tra Dafne e Apollo è la degna conclusione di questa narrazione simbolica, in cui la ricerca del proprio Io, nasce dal confronto, non sempre positivo, con gli altri.