Ares
2022
Opera unica
–
Terracotta policroma
Metallo
Gesso
Resine
Foglia d’oro
Oro giallo terzo fuoco
27x30x119
Figlio di Zeus ed Era, Ares non è semplicemente il dio greco della guerra, è soprattutto il dio degli aspetti più violenti nella lotta, intesa come sete di sangue. Di fatto il dio più crudele di tutto l’Olimpo. Eccolo prendere forma nella scultura di Carlo Zoli, come un corpo contratto su sé stesso; armato di lancia, con elmo e scudo smaltati in rosso e rifiniti in oro, il guerriero ha occhi rossi infuocati, sintomo della sua collera che si riversa sul prossimo e si manifesta in ogni pensiero e in ogni azione, tuttavia sembra qui annaspare in un mare di morte. Lo vediamo infatti impaludato in un cubo di resina come fosse sangue denso e rappreso, una melma che gli impedisce di avanzare, anche perché, pur protagonista nelle vicende belliche, raramente Ares ne esce vincitore e più spesso, messo in difficoltà, fugge al riparo o viene neutralizzato da eroi, dei o semidei. L’artista coglie dunque l’essenza della sua natura presuntuosa, malvagia, arrogante, lati oscuri dell’essere umano e pur provando una forte riluttanza nei suoi confronti, lo ha scelto come soggetto perché ritrova un parallelismo in certe dinamiche del nostro tempo, specialmente ad opera di chi professa il buono e il bene del mondo, ma in realtà si comporta nel peggior modo possibile, esattamente come Ares.